Mercoledì 15 febbraio ore 19
Info.: Camera Chiara Galleria Sala Posa, Salerno,
Via Giovanni da Procida, 9 – Tel. 089 227796 cell.: +39 3391308817
info@cerzosimo.com
Ingresso gratuito
Si chiude, mercoledì 15 febbraio, alle ore 19, nella galleria Camera Chiara, sita nel centro storico di Salerno in Via Giovanni da Procida 9, la mostra fotografica di Armando Cerzosimo dedicata al popolo ucraino e con essa la settimana di eventi che la ha animata e che ha raccolto ben 8300 euro, donati alla Croce Rossa
Bilancio positivo per questa animata settimana di eventi svoltasi negli spazi della Galleria Camera Chiara di Armando Cerzosimo. Una settimana di riflessione, di testimonianze, di arte e di bellezza, per alzare un muro alla circolazione dell’odio e dell’inimicizia, per sostenere quanti si prendono cura delle vite degli altri, sempre, comunque e dovunque, senza distinzioni di alcun genere, per continuare ad essere solidali con gli Ucraini e con le vittime di tutte le guerre dimenticate che continuano a insanguinare il mondo, con quanti si oppongono alla guerra, con chi è costretto a farla e con le vittime della persecuzione, con tutti i bambini e le bambine, le donne e gli uomini di ogni età che pagheranno, comunque le dure conseguenze della guerra, in Italia e nel resto del mondo.
Rita Martinova e il fotografo Armando Cerzosimo lo hanno fatto attraverso il linguaggio iridescente e scevro di ogni retorica dell’arte. Nove immagini realizzate da Armando Cerzosimo sulle mura e sette opere del massimo artista ucraino Ol’svol’d hanno dialogato tra loro in doppio contrappunto: la luce fredda, ma al contempo di speranze, donne, velate a lutto camminano vivono, con coraggio e pazienza l’attesa della fine del conflitto, Ol’svol’d fa esplodere colori caldi, ori, energia pura, che ci ha fatto balenare in mente le parole della prefazione de’ “Il Tao della fisica” di Fritjof Capra “Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita; “vidi” scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti; “vidi” gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne “sentii” la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Siva, il Dio dei Danzatori”.
Evento clou della settimana, dopo il taglio del nastro, avvenuto alla presenza del vicesindaco Paky Memoli, che ha inteso offrire il patrocinio morale del Comune di Salerno all’evento, il dialogo sulla fotografia, con Marco Russo, che lancia messaggi che vanno ben oltre il momento della mostra, ma rende il fotografo archivista della storia, l’evento clou è stata proprio l’asta dei quadri di Ol’svol’d che grazie ai buoni offici del banditore-battitore Gabriele Bojano e alla presentazione critica di Cristina Tafuri, che ha spaziato da Caravaggio a Van Gogh, passando per il linguaggio dei colori di Kandisky, associato poi alle note di Schoenberg nel principe azzurro, ha raccolto ben 8300 euro da donare al popolo ucraino attraverso la Croce Rossa Italiana. “Ho da ringraziare veramente tante persone presenti quella sera per questa piccola goccia versata in un mare di contributi di tutti i generi. Comincio dai compratori presenti, Giovanni Ferrigno, che si è aggiudicato “Le tre strade”, Vincenzo Abate, in rappresentanza dell’associazione San Pietro Apostolo, per “Luce di Speranza e ancora per la serie “Sogni Rosa”, unitamente a Rita Martinova. Ancora i presenti all’sta Cristina Matkivska assistente di Ol’svol’d, il tenente Gennaro Torino responsabile del Corpo militare della Croce Rossa sez.ne di Salerno Cosimo Taurone e Giuseppe La Mura Presidente e Vice Presidente della C.R.I. Salerno, unitamente a Michelina Odierno, in rappresentanza dei volontari crocerossini”. Una settimana che è continuata con le testimonianze delle donne ucraine che hanno scritto toccanti messaggi dalla loro patria alla Rita Martinova e che sono state pronunciate dal vivo, in dialogo con Antonia Autuori presidente della Fondazione Comunità Salernitana. Mercoledì 15 febbraio alle ore 19, la mostra vivrà il suo finissage, un augurio per tutti affinchè nel vortice effigiato sul manifesto di “Le cose che pensano” non possa essere scritto 2024.