Inaugurata ieri sera nella incantevole cornice della stazione marittima la settimana dedicata allo studio dei bere miscelato, del cocktail. Una kermesse che da oggi proporrà masterclass coi massimi bartender nazionali e la giornata di mercoledì vedrà i calibri internazionali far lezione al teatro Pasolini per indi proporre le loro creazioni nei locali salernitani
di OLGA CHIEFFI
Taglio del nastro ieri sera, nella cornice della Stazione marittima, con il supporto del Bahr di Roberto Lumino, impreziosita da diverse work-bar station, la prima edizione della Salerno Cocktail week, promossa dalla Bar Tender Academy di Stefano Di Pace.
La mixology è una pratica raffinata che punta a ricreare un’esperienza di degustazione intima e totalizzante, in grado di coinvolgere tutti i sensi di chi beve un cocktail. Si dice che la mixology, a livello professionale, rappresenti per il mondo del bere bene ciò che la cucina gourmet simboleggi per il mondo del food. Nel corso del tempo, si è assistito a un’evoluzione nei gusti dei consumatori e nelle materie prime usate dai barman, che hanno permesso all’arte della mixology di aprirsi alla sperimentazione. I modi per miscelare un drink sono davvero tanti, e ogni barman segue un suo stile personale. Ma solo due sono le principali scuole: il Flair bartending e la Mixology. Il Flair bartending è nella creazione dei cocktail quello stile caratterizzato da pratiche rapide e acrobatiche, che punta a rendere l’esperienza alcolica uno spettacolo per il fruitore, ma senza lasciare da parte la qualità del bere. La mixology, che ha preso piede solo negli ultimi anni, ha trasformato la pratica di miscelare i drink in una vera e propria arte ai confini con l’alchimia. Si tratta infatti di uno stile più “intellettuale”, basato sulla misurazione attenta degli ingredienti. I cocktail vengono preparati con movimenti nobili ed estremamente eleganti, il barman fornisce al cliente una descrizione affascinante del drink e consigli su come assaporare al meglio la bevanda. Questo crea un’atmosfera vintage molto raffinata, che ci riporta indietro nel tempo, nei locali speakeasy del Proibizionismo. Salerno verrà calata in questa atmosfera da Stefano Di Pace, il quale per stare in tema di proibizionismo, ci ha rivelato che il suo cocktail preferito è à la Louisiane uno a dei tanti drink inventati a New Orleans, dall’influenza francese grazie all’assenzio, il Dom benedectine e il Peychaud’s Bitter, oltre al Rye Whiskey e il vermouth rosso. Un cocktail che ha finemente sposato l’atmosfera del blues chicagoano, offerta prima dell’inaugurazione da Danilo Pannullo, Bobby P. Blues Band, quindi Renata Polizio, the Empress of the blues, seguita a ruota da Michele Trerotola, fino all’entrata di Sandro Deidda e la sua band, meglio conosciuto come Kabir Kebab, con quattro esemplari di volatili, allevatore di uccelli migratori: un piccione nostrano, un cucciolo di anitra canadese e un gallo senone, originale…proveniente direttamente dalle guerre romaniche antecedenti Giulio Cesare, per eseguire in una scaletta molto ricca due gemme assolute di Duke Ellington, “In my solitude” e “C-jam blues” due raffinati e grandi affreschi eseguiti nel piacere del Play da Gian Pio Vetromile al pianoforte, Alfredo Verrengia, contrabbasso e Giovanni Luciano, batteria. Musica, letteratura, arte visiva e mixology, spesso scambiano osmoticamente termini, come morbidezza, armonia, tono, e su tutti proprio mix. Dietro questo evento c’è la Bartenders Bar Academy di Stefano Di Pace, Inizia gli studi nel mondo del bartending e muove i suoi primi shaker tra cocktails bar e discoteche, affacciandosi spesso anche nel mondo della caffetteria e del bar diurno.Diventa bar manager di alcuni locali campani e fonda la Bartenders Bar Academy, una scuola di barman, aprendo la prima scuola a Salerno nel 2010. Oggi si occupa nella preparazione dei ragazzi nel Corso Base di American Bartending e negli ultimi anni ha sviluppato il suo corso, “Cocktail Architect”, un vero e proprio decorso storico sulla storia dell’uomo attraverso i cocktails. Formazione poi vissuta all’estero, a Londra, dove ha avuto origine questo format. “Ho fatto mia un’idea di Danilo Bruno, patron del The Black Monday, mentre al mio fianco ho Antonio Sisto, Claudio Sciaraffa, Alfonso Falcone del Nice e alle cocktail station ci sono due Barlady, Luisa Polverino e Chiara Braione, insieme a Graziano Liguori, tutti formati in Accademia” determinatissimo Danilo Bruno, il quale ama qualsiasi cocktail, purchè sia fatto bene, immagina Salerno quale regno della Mixology: “ Oramai lo scopo del bere non è più come nei decenni trascorsi, quell’andar via di testa e basta. La Mixology è un progetto culturale, si viaggia per bere bene e Salerno deve divenire regina in questo campo, noi faremo di tutto per iniziare il pubblico a questa scienza, qui e in tutta la Campania, presso prestigiosi bar amici. Questa settimana del cocktail sarà un evento diffuso e dislocato su tutto il Comune di Salerno, che vede come oggetto la diffusione del bere consapevole, la crescita della Bar Industry locale e una reale interconnessione tra i principali Brand sul mercato e le loro attività ricorrenti. L’obiettivo della SCW è diffondere quanto più possibile la cultura del bere miscelato di qualità, attraverso la relazione tra bartender locali e non, tentando di ravvivare quella movida salernitana che negli ultimi anni ha cercato fuori, specialmente in provincia ciò che non trova più nella propria città. Sarà anche l’occasione per innalzare il livello medio dell’Industry smuovendo dall’interno un moto di orgoglio e un senso di appartenenza, favorendo gli scambi commerciali tra i punti di consumo sul territorio e i distributori, nonché dimostrare ai brand che Salerno può sviluppare progetti interessanti, duraturi e valevoli. I bar che parteciperanno sono circa 35, ai quali si aggiungeranno diversi ristoranti, pizzerie e pub selezionati per diffondere quanto più possibile la mission dell’iniziativa e favorire un canale di consumo ai brand non considerato prima. Per l’intera durata della Cocktail Week, ogni bar esporrà una cocktail list di 4/5 drink, realizzati con i prodotti dei Brand Partner, in accordo con il proprio metodo di lavoro e la propria clientela abituale”. “L ‘Evento clou della manifestazione – ha continuato Stefano Di Pace” si svolgerà il 17 aprile nella sala Pasolini a cominciare dalle 12, con Fabio Bacchi & Flavio Esposito, Giannis Vavadakis, Antonio Nevares e Hampus Thunholm, i quali dopo aver sviscerato temi importanti e affascinanti, quali il management di un bar, o il controllo dell’anarchia, che ci ha ricordato l’estetica di Luciano Anceschi, Dal Caos al metodo, e ancora temi quali sostenibilità e biodiversità, si sposteranno nei locali salernitani, per offrire al pubblico, un saggio, una scintilla della loro arte”.