Per la settimana della Cultura Italiana, la provincia di Salerno è sbarcata a Valona con una delegazione capeggiata da Pasquale Sorrentino, mentre a Tirana concerto verdiano con Anna Pirozzi diretto dal docente del G.Martucci Jacopo Sipari
di OLGA CHIEFFI
Il viaggio nasce dalla trasgressione, è la trasgressione. Come ogni violazione comporta sofferenza, tensione radicale, disagio e timori, ma anche conquista di conoscenza. Il viaggio resta una scelta di libertà, Una sfida a se stessi alla propria misogenia e alla alterità, alla diversità dell’estero, da dove si tornata contaminati dalle esperienze altrui, nella lingua, negli abiti e nelle architetture, nei mangiari, nelle usanze, nei saperi, nelle tradizioni musicali. Così, lo scorso week-end, la folta delegazione di “Terre del Bussento”, è volata a Valona, ospite di “ItalAlbania”, la manfestazione organizzata dal Consolato Generale d’Italia in occasione della Festa della Repubblica Italiana e della settimana dedicata alla cultura italiana. I Comuni di San Giovanni a Piro e Sapri hanno aderito al progetto unitamente all’ amministrazione della Provincia di Salerno rappresentata dal consigliere provinciale delegato al Turismo e Promozione del territorio Pasquale Sorrentino. “Tutto è nato da un incontro – ha dichiarato Pasquale Sorrentino – tra Gerardo Ferrara, controfigura di Massimo Troisi nel film “Il Postino” e il vice console Antonio Rapisardi. Un viaggio per generare e moltiplicare occasioni di crescita culturale e turistica, dai paesi emergenti del Mediterraneo, in particolar modo in Albania, dove si registra una connessione naturale con l’Italia.
Ad accogliere la delegazione italiana, il Console Generale d’Italia a Valona, Iva Palmieri, e il viceconsole, Antonio Rapisardi, insieme al sindaco di Valona, Ditran Leli, e il Prefetto di Valona, Flamur Mamaj. “Ringrazio il Presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri che ha aderito all’invito – ha dichiarato la Console Generale Palmieri – per le strade di Valona, infatti, si respira un sentimento di grande apprezzamento per il nostro paese e si lavorando in sinergia, siamo sicuri di riuscire a costruire modelli turistici innovativi e fecondi, partendo dalle comunità salernitane, preludio ad un rafforzamento della antica amicizia e collaborazione tra i due popoli”.
Qui in vetrina a Valona, il racconto del patrimonio archeologico e museale della Provincia di Salerno, degustazione dei prodotti della dieta mediterranea a cura degli studenti dell’istituto superiore alberghiero di “Ancel Keys” di Castelnuovo Cilento, una rete di imprese cilentane guidate dal produttore Mario Notaroberto (azienda Albamarina), la presentazione del romanzo storico “Teste Nozze” a cura di Franco Maldonato e le note del gruppo folk campano di Carlo Maria Todini. Il tutto coordinato da Matteo Martino, ideatore del progetto “Terre del Bussento”.
Nel corso dei lavori è intervenuto telefonicamente anche l’Assessore al Turismo della Regione Campania on. Felice Casucci che ha evidenziato le grandi potenzialità della cooperazione turistica internazionale e il lavoro già in essere tra l’Italia e l’Albania. Tra le prossime iniziative in programma, un gemellaggio tra le comunità campane e quelle albanesi a Valona, un progetto di formazione alberghiera e turistica che formi una qualificata manodopera di settore, un evento di promozione enogastronomica e la tappa a Valona della Mostra itinerante dell’artista internazionale José Garcia Ortega. Se Valona ha aperto le porte al Cilento e alla nostra provincia, l’evento musicale di assoluto prestigio si è consumato sul palcoscenico del Teatri Kombetar i Operas, Baletit dhe Ansamblit Popullor voluto fortemente dal suo sovrintendente, la violinista Abigeila Voshtina, la quale ha da qualche anno quale direttore principale il docente di formazione orchestrale del conservatorio “G.Martucci” di Salerno Jacopo Sipari di Pescasseroli, nonché prossimo direttore artistico dell’Opera, per il 2024, con il quale ha avviato un patto di collaborazione mai realizzata prima, riservando leggii di tutte le sezioni dell’orchestra agli allievi della nostra massima istituzione musicale. Fiducia massima, quindi nel magistero musicale salernitano e al suo maestro più rappresentativo che ha incontrato tra le note di un gala dedicato a Giuseppe Verdi la voce inconfondibile di Anna Pirozzi. Tutte a consesso le eroine verdiane attraverso la voce del nostro soprano lirico spinto, Abigaille, Leonora, Lady Macbeth. Non è agevole cantare Verdi, poiché bisogna aver coscienza che l’aria si scioglie come un gomitolo d’argento sull’agonia d’una burrasca.
D’improvviso, la tela della scena si squarcia e la voce ha da cogliere un’estasi pari a quella della luna piena che di slancio trapassa un nodo di nuvole nere. Come guadagnare allora, il necessario timbro, i colori o gli sfumati del pianto o il peso soffocante, ma trasparente del dolore? Anna li raggiunge col legato naturale, con quella musicalità diffusa, istintiva, con quella naturalezza d’emissione che veniva definita “italiana”, il legato all’italiana. Jacopo Sipari ha obbedito al ritmo in partitura guardando alla nostra tradizione, poiché l’orchestra verdiana è sempre adatta all’espressione e l’espressione in Verdi disegna, sbalza il conflitto delle passioni con geniale precisione, con una aderente pregnanza di significati, personale il lavoro di scavo sulle partiture e dei testi per far rilucere la profonda bellezza armonica e drammatica. Seconda parte della serata d’impronta verista con la punta assoluta di Anna Pirozzi che è stata l’aria di Maddalena di Coigny “la mamma morta” da l’Andrea Chenier. E’ noto che il melodramma italiano dal Verdi maturo in poi è nelle corde di Jacopo Sipari. Nelle sue interpretazioni il nostro direttore si pone alla ricerca di quel fuoco continuo, attraverso cui la sua bacchetta è costantemente tesa alla ricerca del momento “vero” della musica.
Egli sa di dover vitalizzare anche quegli attimi d’ombra che sono nella partitura o che sono ritenuti tali, e per i quali si è imposto negli splendidi ballabili del Macbeth e maggiormente nei due intermezzi della Manon di Giacomo Puccini e della Cavalleria Rusticana. La Pirozzi è stata ancora diva tra L’umile ancella il “Vissi d’arte”, allargando così a dismisura il suo repertorio, gettando il dolore sul cristallo. Applausi scroscianti e bis affidato all’ aria di Lauretta “O mio babbino caro” dal Gianni Schicchi.