Presentato ieri mattina presso l’aula magna del liceo musicale Alfano I il cartellone di appuntamenti tra formazione e concerti dei corsi dedicati alla musica extracolta e jazz
di OLGA CHIEFFI
Che meraviglia salire le scale del liceo musicale Alfano I sulle note di “Isn’t she lovely?” di Steve Wonder, che ben oltre quaranta anni fa ha scritto un vero e proprio inno alla vita e alla gioia della paternità, poi aprire la porta dell’aula magna e vedersi dinanzi una big band “fuori ordinanza” cimentarsi con la sigla della formazione di Duke Ellington naturalmente, con quel Take the “A” Train di prammatica, sigla degli anni 1940-41 che segnano il momento più scintillante dell’orchestra ellingtoniana, risiedente proprio nello splendore degli arrangiamenti, eccellenti almeno quanto il lavoro dei solisti e il complesso, proprio uscendo dalla stazione della nostra metro che nel caso del brano è la stazione metropolitana di linea “A” sulla 155 esima strada a solo a 15 minuti di distanza dalla parte centrale di Manhattan. Soffia forte il vento del jazz nel liceo musicale Alfano I, quello stesso che travolse una generazione di musicisti e amatori proprio ottanta anni fa, in quel settembre del 1943 quando gli americani sbarcarono a Salerno e di lì il testimone passa giustamente a questi ragazzi che sono stati iniziati all’era molto ritmata e un po’ melensa della swing craze, remembering la potenza dell’orchestra di Chick Webb e la voce di Ella Fitzgerald con Tisket a tasket. Tra il pubblico di studenti, uno dei capiscuola della batteria jazz in Italia, Ettore Fioravanti, che inaugurerà il ciclo di masterclass in programma, anche per festeggiare degnamente i primi dieci anni di attività dei corsi ad indirizzo jazzistico fortemente voluti dal direttore scolastico Elisabetta Barone. Ettore Fioravanti porrà ai ragazzi in primis alla ricerca del suono, insegnando loro la tecnica, naturalmente, con la sua abituale coerenza e disponibilità nei confronti di una musica che dovrà stimolarli al punto da esplorare sempre nuovi territori. Ettore Fioravanti dirà che gli elementi fondanti di una tradizione viva sono sottoposti spesso ad adattamenti che metteranno alla prova la forza delle loro fondamenta: e così è anche per il jazz, musica nuovissima e antica, quanto il bordone, in cui la manipolazione è fra le prime regole del gioco, e che rinascerà ogni giorno più forte.
Dopo il successo delle attività realizzate lo scorso anno con masterclass, concerti, video musicali, un cortometraggio ed un cd a testimonianza di un percorso decennale di musica d’insieme diretto dal sassofonista Giuseppe Esposito e coordinato dalla vocalist Maria Teresa Petrosino e dal pianista Fabio Schiavo con un repertorio extracolto, si continuerà con le masterclass di canto jazz affidata ad Eleonora Bianchini, di sassofono con Daniele Scannapieco e di Musica di insieme con Guglielmo Guglielmi, che dirigerà anche il concerto finale dell’Alfano I Modern Sound, in programma presso l’Arco Catalano il 1 Giugno, con special guest Daniele Scannapieco al tenorsax, unitamente agli ospiti del Monterisi jazz combo diretto dal sassofonista Giuseppe Plaitano. Prenderà il via anche la rassegna dedicata agli ex allievi del liceo, alla sua seconda edizione, con i concerti di Leonardo Odierna e Matteo Capacchione il 3 ed il 5 Aprile presso l’ Aula Magna del Liceo Musicale
Alfano I . Il progetto si concluderà con l’esibizione e la partecipazione degli alunni del Liceo Musicale Alfano I ai corsi estivi di Jazz in Laurino.
Un progetto work in progress che saluta l’impegno e l’abnegazione di diversi docenti, tra cui oltre i già citati Giuseppe Esposito, Maria Teresa Petrosino e Fabio Schiavo, il percussionista Gerardo Sapere, il trombettista Rino Barbarulo, il chitarrista Andrea Di Domenico. Un messaggio chiaro quello dell’Alfano I dove non esistono compartimenti stagni tra la cosiddetta “musica seria” per dirla con un termine caro a Theodor Wiesengrund Adorno, e l’ “extracolta”, una fusione di generi per una musica senza barriere, alla ricerca e alla formazione del musicista totale. Teatro, tempo, totalità, ove il termine tempo vuole indicare l’attualità di quella presa di distanza dalla concezione elitaria di quest’arte e la totalità sta per rifiuto di considerare la musica un Olimpo chiuso e circondato da paratie che limitano un campo dall’altro, per rivendicare invece un’idea unitaria del comporre e interpretare, mettendo a confronto stili e linguaggi diversi, capaci di produrre suoni e sensi, inauditi per un pubblico eterogeneo, tentando l’impossibile.