Sabato 12 agosto nell’ambito della XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, firmata da Jacopo Sipari di Pescasseroli, doppio appuntamento con il pianista alle 12 nella faggeta di Marsia e alle 21,30 con il cantautore in Piazza Duca degli Abruzzi
di OLGA CHIEFFI
La XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, entrerà da sabato 12 agosto, nella parte più popolare del cartellone con un triplo appuntamento che porterà a vivere ed animare per l’intera giornata la città di Tagliacozzo.Il direttore artistico Jacopo Sipari di Pescasseroli che ha firmato il cartellone, realizzato col patrocinio del M.I.C, della Regione Abruzzo, della Città di Tagliacozzo, grazie all’abnegazione del Sindaco Vincenzo Giovagnorio e del suo Assessore alla cultura Chiara Nanni, della Banca del Fucino e della Fondazione Carispaq,ha fissato per le 12 di questa lunga giornata di musica, le celebrazioni per il centocinquantenario della nascita di Enrico Caruso nella faggeta di Marsia, con un concerto particolare affidato al pianista Danilo Rea e alla voce narrante di Barbara Bovoli, per la drammatizzazionedi Alessandra Pizzi “Enrico Caruso – ha dichiarato il Maestro Jacopo Sipari – è stato, probabilmente, il più grande tenore di tutti i tempi, sicuramente il più amato. Un nome che è divenuto un mito e che da “emigrante” artistico ha portato l’opera lirica e le canzoni napoletane a essere conosciute e cantate in tutto il mondo. La sua storia, senza bisogno di essere “romanzata”, rappresenta un modello quasi simbolico del riscatto sociale attraverso l’arte che da sempre affascina il pubblico: raggiungere il sogno partendo da una condizione sociale di povertà e disagio. Enrico Caruso seppe cantare e ricordare la patria a quegli italiani che all’inizio del ventesimo secolo decisero di cercar fortuna nel Nuovo Mondo. Molti di loro erano di origine partenopea e non potevano permettersi il viaggio di ritorno sul piroscafo che traghettava l’Atlantico tra Napoli e New York, ma andavano ad affollare le sale del Metropolitan Theather, cercando quel sole e quel tepore di Napoli e della Campania, che tanto bene riusciva a descrivere la voce di Enrico Caruso, sia nell’opera che nel canzoniere partenopeo, che lo rese celebre. L’idea di “legare” questi due mondi in modo puramente strumentale ha indirizzato la mia scelta sul pianista Danilo Rea, sicuramente il più “classico” e “romantico” dei jazzisti italiani che improvviserà sui temi delle arie, delle romanze e delle canzoni, non ultima “Dall’America Caruso” quella di Lucio Dalla, il quale sarà in “duo” con la voce narrante di Barbara Bovoli per leggere l’amore tra il tenore e Doroty Park, la moglie americana che sposò il tenore, affidati in scena all’interpretazione dell’attrice Barbara Bovoli, che scandiranno l’excursus cronologico dell’uomo dal suo arrivo a New York, al rientro a Sorrento, prima della sua morte. In serata, invece, inaugurerà il palco in Piazza Duca degli Abruzzi Roberto Vecchioni. Un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi, che parte da un’idea precisa: l’infinito non è al di fuori di noi, non è introvabile, ma è dentro di noi, nella nostra anima e nelle nostre emozioni. Tutta la prima parte dello show è giocata sul disco omonimo e sui personaggi che hanno battuto il destino, hanno combattuto il male, hanno amato la vita, gli altri e sé stessi. Tra echi leopardiani e altre suggestioni letterarie, tra riflessioni sulla vita e sull’amore. La seconda parte dello spettacolo, invece, è una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima, che mostrano come si è arrivati a questo concetto di infinito attraverso pensieri particolari sull’amore, sul sogno, sull’esistenza, sul dolore, sulla gioia, sulla felicità”. Alle ore 18 l’appuntamento è, come oramai d’abitudine, con la rassegna letteraria nel Cortile d’arme di Palazzo Ducale, che propone la presentazione del nuovo libro di Giovanni De Blasis. “La Liberazione. Resistenti e collaborazionisti nella provincia dell’Aquila 1943 – 1946” in libreria per le Edizioni Textus, una ricostruzione dettagliata degli anni più turbolenti dell’Italia del ‘900 nel nostro territorio. De Blasis, si addentra nelle vicende che dall’armistizio dell’8 settembre arrivano al primissimo dopoguerra. Nel mezzo l’occupazione tedesca, i bombardamenti, le stragi nazifasciste ma anche la resistenza armata e quella umanitaria fino alla “difficile transizione” del dopoguerra. Gran finale di giornata in Piazza Duca degli Abruzzi, alle ore 21,30, con il concerto di Roberto Vecchioni, tappa prestigiosa dell’Infinito tour. Il cantautore sarà sul palco con Lucio Fabbri pianoforte, piano elettrico, organo Hammond, violino, viola, fisarmonica, basso elettrico e chitarra elettrica, in doppia veste anche di produttore artistico, Massimo Germini, alla chitarra classica e acustica, chitarra 12 corde, mandolino, bouzouki, ukulele, liuto cantabile, Marco Mangelli al basso fretless e Roberto Gualdi alla batteria e percussioni. Il concerto preparato per “L’Infinito Tour” è diviso in due tempi distinti e separati: il primo dedicato esclusivamente al nuovo album, “L’Infinito”, che ha visto il ritorno di Vecchioni sulle scene con un lavoro egregio,mentre il secondo tempo è equamente diviso tra brani più recenti e canzoni storiche del vecchio repertorio. Otto brani dal nuovo disco, introdotti con brevi racconti in cui c’è tutto il suo mondo: la letteratura, l’arte, la storia, gli amori, le cose che rendono la vita degna di essere vissuta,“Com’è lunga la notte” e Amarcord, un vero e proprio inno alla vita,Euripide per presentare “Ogni Canzone D’amore”, l’episodio di Cecilia Promessi Sposi e La Storia di Elsa Morante, per “Giulio”, dedicato al ricercatore Giulio Regeni, e ancora “Ti Insegnerò A Volare”, per Alex Zanardi, la combattente kurda Ayse, la cui vicenda è raccontata in Cappuccio Rosso, e l’italiano Lorenzo Orsetti, a cui Vecchioni dedica il brano, morti entrambi combattendo l’Isis. Il primo set si chiude con la profonda “L’Infinito” e “Formidabili quegli anni”. Secondo set, dedicato ai brani che il pubblico più attende, da quelli più personali e allegri (“La Mia Ragazza”, “El Bandolero Stanco”, “Le mie ragazze”) a quelli più intensi, “La stazione di Zima”, che ci ricorda che se siamo su questa terra è perché Eva ha scelto di barattare il paradiso con la libertà, “Le rose blu”, con il solo del violino di Fabbri e le ragioni filosofiche di “Viola d’inverno”. Ma il vero tuffo nel passato arriva con “Stranamore”, “Ninni”, “Velasquez”, e i due successi più recenti, “Sogna ragazzo sogna” e “Chiamami ancora Amore” chiuderanno il concerto.
Doppio appuntamento anche per domenica 13 agosto, con il concerto all’alba, alle ore 6 sul sacrato del santuario della Madonna dell’Oriente con “Un caffè con Nino Rota” omaggio all’ “amico magico” dell’Orchestra Sinfonica abruzzese diretta da Giovanni Pompeo e alle 21,15 si ritorna nel Chiostro del Convento di San Francesco per il live di Raphael Gualazzi