Fulvio Artiano, direttore del Conservatorio “G.Martucci” e Sandro Deidda hanno presentato nel Salone del Gonfalone di palazzo di città la XIV edizione del Salerno Jazz & Pop Festival, che si svolgerà dal 23 al 24 maggio sul palcoscenico del teatro Augusteo
di OLGA CHIEFFI
Hanno voci calde, quella timbrica di bronzo che squilla naturale, e si alimentano della potenza delle parole di cui si fanno messaggeri. Dalla grande Nina de Simone in poi, sono spiriti liberi e profetici che ti portano dentro le loro anime e ti annegano nelle note di pezzi virtuosi e semplici. Talenti naturali, cantano e ipnotizzano il pubblico sin da bambini, stelle senza volerlo, rimani nell’incanto di un ricordo lirico che ti sazia e ti lascia affamato di musica. Impareggiabili, inimitabili, nate per cantare. Nel segno del soul e del blues, ovvero uno sguardo alle radici del canto nero, verrà inaugurata la XIV edizione del Salerno Jazz & Pop Festival, un’idea dell’indimenticato Fulvio Maffia. “Fulvio Maffia – ha dichiarato il direttore Fulvio Artiano, ospite a palazzo di Città del Sindaco Enzo Napoli – sarà ricordato in apertura della due giorni che si svolgerà il 23 e il 24 maggio al teatro Augusteo. Un Festival questo che vedrà sul palcoscenico le “Sisters in Soul”, Alice Armstrong e Daria Biancardi, due artiste pluripremiate e dalle incredibili doti canore, le quali dopo essersi incontrate diverse volte sui palchi dei maggiori festival europei, hanno deciso di dar vita a questo progetto spinte dalla forte passione per il soul ed il blues. La seconda serata, invece – ha continuato il direttore – saluterà l’esibizione del gruppo “Las Orillas del Mundo”, composto da docenti e studenti del Conservatorio “Martucci”, un viaggio nelle musiche popolari, seguito dall’esibizione dei Dirotta su Cuba, band simbolo del funky italiano”. Nel canto delle Sisters si percepirà quel far musica nel segno di un gioco inteso come quello scarto tra creazione e rivelazione, tra pensiero dell’oggetto e oggettivazione del passato, tra sentimento ed esposizione. Nella loro vocalità della saremo in grado di intuire il risvolto estetico dell’essenza della loro weltanschauung che è nel suono della voce, non nella frase tramite la voce espressa, attraverso cui cerca di cogliere e definire concettualmente il noumeno, grazie all’ eccezionale controllo della melodia che sarà mantenuta intatta nella sua comunicatività, rispettando gli equilibri e la dialetticità, all’interno di un gioco in cui elasticità, flessuosità, ed ecletticità attanaglieranno il pubblico in sala. Serata speciale il 24 maggio con “Las Orillas del mundo”, che apriranno il concerto dei Dirotta su Cuba. Sarà Sandro Deidda al clarinetto insieme al contrabbasso del fratello Dario, alla batteria di Pier Paolo Maria Pozzi, alla virtuosa Kameliya Naidenova al violino, con Gian Pio Vetromile al pianoforte e due talentuosi allievi, Giacomo Castaldo alla chitarra e Yuliia Humeniuk alla fisarmonica, una studentessa in Erasmus nella nostra città, ad inaugurare il concerto con musica particolare. Il gruppo prende il nome dalla canzone En la orilla del mundo, canzone simbolo del movimento della Nueva Trova cubana, di cui Pablo Milanés è stato con Silvio Rodriguez la figura di maggiore spicco e che porta a una sintesi inedita diversi elementi: la tradizione della musica cubana, che Pablito pratica cantando fin da bambino nei caffé dell’Avana, la sofisticata lezione del filin, un genere a cui si avvicina negli anni Cinquanta, ma di cui poi sente l’esigenza di superare il romanticismo avulso dalla nuova situazione di Cuba, l’apertura internazionale, che va dal movimento mondiale della canzone di protesta a suggestioni come la musica barocca scoperta da Milanés attraverso il gruppo Swingle Singers. Musica da caffè, quindi e da Cuba si va in Francia con due brani di Richard Galliano. Lo stesso Piazzolla incoraggiò Galliano a rendere contemporaneo un genere come il “Musette”, che altro non è se non l’incontro tra la tradizione popolare italiana e quella francese, uno scavare nelle radici di questa musica che sta al tango argentino e alla musica blues e folk americana. Nostalgia e integrazione fuse per elaborare un nuovo stile e suoni aderenti alle mutate condizioni di vita, conseguenze di emigrazione e sradicamento. Galliano riesce a evocare e creare immagini, con fervido umore e sentimento, di una toponomastica parigina che abbraccia musica, tradizione, sogni e nostalgie. La Senna scorre attraverso la sua musica, testimone oculare di anime jazz riparate a Parigi, di fumosi club tzigani, di attori e scrittori persi nella loro arte e vita. L’ensemble eseguirà proprio il brano che lo lanciò come pupillo di Astor Piazzolla, “Tango pour Claude”. A seguire Le Fou-rire, un pezzo brillante giocato sui sovracuti e dal tango da cafè si passerà ai “canti dell’osteria” di Vittorio Monti, con la Czárdás, scritta nel 1904, basata sulla danza popolare e genere musicale ungherese, suonata da tutte le orchestre gitane, tanto da sembrare più autentica di quelle autentiche, e qui proposta dal violino della Naidenova.
A seguire, alle ore 21.30, i Dirotta su Cuba, per festeggiare i 30 anni di Gelosia, con la nuova line up per la band simbolo del funky italiano guidata da Simona Bencini. Con lei Emiliano Pari alla voce e tastiere, Stefano Profazi alla chitarra, Patrizio Sacco al basso, Vincenzo Protano alla batteria, Donato Sensini al sax e Luca Laboni alla tromba. Il successo di Gelosia arrivò inaspettato, nessuno avrebbe mai scommesso sul successo di un genere poco frequentato in Italia come il funk cantato in italiano. E invece, grazie all’onda lunga dell’acid jazz britannico che aprì la strada, il gruppo divenne un fenomeno di moda. Gli ingredienti del concerto, saranno quelli che portarono al successo la band fiorentina: un mix di sonorità latine, jazz e pop, ritmate e piene di energia.