GRAFFIANDO di Olga Chieffi GRAFFIANDO di Olga Chieffi
  • Arte
  • Concerti
  • Opera
  • Sinestesie
  • Teatro
  • CONTATTI

Archivio

  • Maggio 2025
  • Aprile 2025
  • Marzo 2025
  • Febbraio 2025
  • Gennaio 2025
  • Dicembre 2024
  • Novembre 2024
  • Ottobre 2024
  • Settembre 2024
  • Agosto 2024
  • Luglio 2024
  • Giugno 2024
  • Maggio 2024
  • Aprile 2024
  • Marzo 2024
  • Febbraio 2024
  • Gennaio 2024
  • Dicembre 2023
  • Novembre 2023
  • Ottobre 2023
  • Settembre 2023
  • Agosto 2023
  • Luglio 2023
  • Giugno 2023
  • Maggio 2023
  • Aprile 2023
  • Marzo 2023
  • Febbraio 2023
  • Gennaio 2023
  • Ottobre 2022
  • Settembre 2022
  • Luglio 2022
  • Maggio 2022
  • Gennaio 2022
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2020
  • Novembre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Gennaio 2018
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Dicembre 2016
  • Dicembre 2015
  • Novembre 2014
  • Luglio 2014
  • Aprile 2014
  • Ottobre 2013
  • Gennaio 2013
  • Novembre 2011
  • Ottobre 2011
  • Luglio 2011
  • Luglio 2009
  • Dicembre 2003

Categorie

  • Arte
  • Concerti
  • Opera
  • Sinestesie
  • Teatro
  • Arte
  • Concerti
  • Opera
  • Sinestesie
  • Teatro
  • CONTATTI
786 Likes
679 Followers
CONTATTI
GRAFFIANDO di Olga Chieffi GRAFFIANDO di Olga Chieffi
GRAFFIANDO di Olga Chieffi GRAFFIANDO di Olga Chieffi
  • Arte
  • Concerti
  • Opera
  • Sinestesie
  • Teatro
  • CONTATTI
  • Concerti

Anna Maria Chiuri: Suzuki povera, realista, materna

  • Agosto 28, 2024
  • Olga Chieffi
Total
0
Shares
0
0
0

Sarà il mezzosoprano, pupilla dell’immenso Franco Corelli a dar voce alla cameriera  di Butterfly, in scena il 31 agosto e il 7 settembre al gran teatro Puccini di Torre del Lago per il LXX cartellone del Festival, diretta dal Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli. L’abbiamo raggiunta nel bel mezzo delle prove per qualche riflessione sul personaggio

di OLGA CHIEFFI

La seconda figura femminile dell’opera Madama Butterfly, che chiuderà il LXX cartellone del Festival Puccini, con la celebrazione dei 120 anni dalla “prima”, la cameriera Suzuki, avrà la voce del mezzosoprano Anna Maria Chiuri. Durante le prove che si susseguono, senza soluzione di continuità, che nelle due repliche il 31 agosto e il 7 agosto, il direttore artistico ha voluto due protagoniste diverse, Valeria Sepe e Marina Medici, con Vincenzo Costanzo nel ruolo di Pinkerton e Sergio Bologna in quello di Sharpless, le scene dello scultore giapponese Kan Yasuda, per la regia di Vivien Hewitt e sul podio una bacchetta nata proprio nei luoghi pucciniani, quella di Jacopo Sipari di Pescasseroli, abbiamo raggiunto il mezzosoprano per una riflessione sul suo importante ruolo.

 

Come risolve psicologicamente il personaggio di Suzuki Annamaria Chiuri? Suzuki aggancio alla realtà, coscienza e sapienza popolare e dall’altra parte, attenta a non ferire Cio-Cio-San, nella sua cecità d’amore?

“Suzuki è la vera reale madre giapponese, molto religiosa e aperta al sorriso nei confronti di Pinkerton, poiché lo vede disponibile, infatti dice “Ah sorride vostro onore” poi, invece, subito fa riferimento al saggio Ocunama con “Dei crucci la trama smaglia un sorriso”. Non si preoccupa nemmeno di sondare come Cio-Cio-San l’animo dell’americano, sa che è straniero, sa che ci sta una trattativa in danaro, per la prima notte, alla quale è abituata e non crede a quella persona sin dall’inizio. Nasce, così, tra le due donne, nonostante l’evidente divario sociale, una amicizia. Suzuki sostiene Butterfly, nonostante la sua cocciutaggine che la fa reagire al suo pessimismo sul ritorno di Pinkerton, traendo speranza finanche dalle serrature che proteggono la casa, dove sta “dentro con gelosa custodia, la sua sposa che son io, Butterfly”, seguito dallo scoppio di pianto di Suzuki (“Piangi, perché?”) che introduce la visione di “Un bel dì vedremo”, dopo  cui la distanza fra la realtà e l’autoconvincimento di Cio-Cio-San non potrebbero essere maggiori”.

 

Suzuki è il personaggio più positivo dell’opera ed è affidato al registro di mezzosoprano, come può descrivere la vocalità della domestica? Possiamo veramente definire il suo personaggio pienamente “antagonista” del soprano?

Suzuki non è antagonista del soprano, poiché le due donne avrebbero dovuto concorrere per uno stesso fine. E’ solo l’altra faccia della donna giapponese, legata alle tradizioni, della quale non conosciamo l’età. Sappiamo che Butterfly ha solo 15 anni, ma non è esplicata l’età della cameriera, potrebbe essere anche una giovinetta come Cio-Cio-San, ma  certamente dai principi più saldi, per di più ai piedi della gerarchia, la più povera di tutti, quindi la più positiva. Un personaggio che rispecchia anche l’ attenzione e l’affetto di Giacomo Puccini per le sue domestiche, delle quali si informava sempre, ed Suzuki è trattata in modo rispettoso e affettuoso, mentre, ad esempio nella Fanciulla del West Wowkle l’indiana non è schizzata allo stesso modo. Riguardo la vocalità è un ruolo puro per mezzosoprano, senza strambate verso la corda di contralto, le dà delle note gravi, ma in registro, quando ci sta da contrastare Butterfly, vocalmente non è una parte difficile, bisogna stare attenti a non strafare negli slanci, che Suzuki ha da trattenere, poiché vorrebbe sensibilizzare Butterfly su di una situazione che va precipitando.

 

Madama Butterfly è un’opera che rispecchia anche l’amore di sua madre che ha atteso di sposare suo padre per un decennio?

“ Si l’attesa, certamente, l’amore e anche la promessa, ma dall’altra parte non c’era certo Pinkerton. Sono figlia di genitori salentini e sono nata a San Candido in Val Pusteria. Se mio padre non fosse tornato giù, per mia madre non ci sarebbe stato nulla da fare, sarebbe stata disonorata, come Santuzza. Una fermezza di altri tempi quella di mia madre che oggi non esiste più”

 

Lei allieva dei uno dei massimi tenori della storia, Franco Corelli, di quale eredità è latrice anche nei confronti dei suoi allievi, tra cui ha, forse, già individuato una futura Chiuri?

“Viviamo in un mondo musicale che non sfiora nemmeno lontanamente quello in cui cantavano i grandissimi, come il mio maestro. I cantanti erano prima persone, poi musicisti, e sapevano anche cosa volesse dire il sacrificio e l’angustia economica. Prima lo studio non era per tutti, si sceglieva, chi veramente aveva i mezzi per salire su di un palcoscenico. Studi durissimi e andavano avanti i migliori. Oggi lo studio è aperto a tutti, non sempre vanno avanti i più bravi, gli italiani li perdiamo un po’ per strada poiché non vedono sbocco e tutti gli studenti dell’Est e dell’Oriente che affollano i nostri conservatori, raggiunta la laurea, vanno poi ad insegnare nelle loro università. Le voci ci sono sempre state e ci saranno anche in futuro, il mondo musicale non è pronto ad accogliere attraverso selezioni “vere” e tante volte ottengono ruoli e leggii orchestrali anche quanti non sono dotati. Tra l’altro manca anche il background della cultura di questo paese, della sua musica. Ad esempio si va a sentire una Elina Garancia, ma si ignora una Scotto, o una Cossotto, o una Berganza, ecco queste son cose difficili da inculcare nei miei allievi (la Chiuri è docente del Conservatorio di Piacenza, ndr.) La lezione che ha trasmesso il mio maestro è racchiusa in una parola sola: “Rispetto”. Quindi, rispetto della partitura, rispetto del lavoro, rispetto profondo di ciò che è la tradizione, e soprattutto consapevolezza dei propri limiti. Devo dire che oggi il repertorio è  ridotto, poichè producono soltanto i grandi titoli, proprio perchè il pubblico non è aperto a ciò che disconosce. Questo tipo di scelta nazional-popolare prima non esisteva e tutti i cantanti venivano rispettati, da quelli che eseguivano il grande repertorio a quelli che eseguivano partiture di nicchia o di genere e gli artisti si rispettavano tra loro. Oggi chi primo arriva prende tutto, i giovani sono costretti ad accettare un qualsivoglia ruolo, per far carriera, senza pensare al “proprio strumento”. Critica musicale, ormai inesistente o assoldata, con battitori liberi che si contano sulle dita di una mano e delle letture non ci si può più fidare, bisogna andare ad ascoltare con le proprie orecchie e fidarsi di esse.

Ha pronunciato qualche “no” di cui ha oggi a pentirsene? Ha in animo qualche ruolo che intende debuttare in futuro?

No quelli che ho pronunciato non erano necessari e ho seguito un percorso studiato per la mia voce che ripercorrerei tranquillamente. Si, un pensiero lo ho ed è il Samson et Dalila di Camille Saint-Saens, che ho cantato in forma di concerto ma mai in versione scenica. Bisogna trovare, però, il Sansone! A me piace poi, affrontare l’intero repertorio italiano, tra l’altro i ruoli per la mia corda non sono molti e frequento anche l’opera tedesca, francese e, naturalmente, la cameristica e la sinfonica. Amo anche i ruoli di carattere quali Clitennestra o la BabaYaga. Desidero continuare a fare ciò che sto facendo, anche Butterfly, che confesso non ho mai amato, e la prima volta l’ho eseguita a Roma, lo scorso anno. Ha un senso, poiché Suzuki deve recitare ha il suo peso in scena, ciò mi incuriosisce e mi fa accettare la sfida di questa opera. La regia qui a Torre del lago, tra l’altro, è molto particolare, pulita, tra sculture e tanta filosofia e gestualità giapponese.

Come vede il futuro dell’opera lirica? Dobbiamo guardare sempre al passato o possiamo sperare in una produzione contemporanea?

“Dobbiamo pregare tutti, che arrivi la grazia. Non saprei dire. Il passato è bello ma per il futuro sono abbastanza dubbiosa. Tutto ha un tempo oramai nella scuola si va ad ore e minuti e non c’è più quella concezione di dedicare la vita completamente, h/24, all’arte, un pensiero continuo, d’amore che sarà un  ininterrotto aspirare  a qualcosa che mai si otterrà”.

Total
0
Shares
Share 0
Tweet 0
Pin it 0
Olga Chieffi

Potrebbe interessarti anche
Leggi tutto
  • Concerti

Un ponte di note tra Romanticismo e Verismo

  • Olga Chieffi
  • Maggio 16, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

Grubert, Pagliani, Picone: Violin reflections

  • Olga Chieffi
  • Maggio 16, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

Jazz e pop al Martucci tra passato e futuro

  • Olga Chieffi
  • Maggio 12, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

La padronanza retorica di Jacopo Sipari

  • Olga Chieffi
  • Aprile 18, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

Tutto il dolore del mondo ai piedi della Croce

  • Olga Chieffi
  • Aprile 12, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

Musica per il Giubileo della Speranza

  • Olga Chieffi
  • Aprile 12, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

Quel “Signor fagotto” di Pietro Amato

  • Olga Chieffi
  • Aprile 3, 2025
Leggi tutto
  • Concerti

I segreti delle ance del Martucci

  • Olga Chieffi
  • Aprile 3, 2025
Articoli Recenti
  • 1
    Un ponte di note tra Romanticismo e Verismo
    • Maggio 16, 2025
  • 2
    Grubert, Pagliani, Picone: Violin reflections
    • Maggio 16, 2025
  • 3
    Le “voci” di Norma
    • Maggio 12, 2025
  • 4
    Suor Angelica, il Prigioniero e l’idea di “Kèpos”
    • Maggio 12, 2025
  • 5
    Jazz e pop al Martucci tra passato e futuro
    • Maggio 12, 2025
LEGGI ANCHE
  • Gilda Fiume: un soprano sopra le righe
    • Maggio 12, 2025
  • Dalla parte del cavallo: Die Walküre
    • Aprile 20, 2025
  • La padronanza retorica di Jacopo Sipari
    • Aprile 18, 2025
CATEGORIE
  • Arte (47)
  • Concerti (228)
  • Opera (64)
  • Sinestesie (59)
  • Teatro (49)
GRAFFIANDO di Olga Chieffi GRAFFIANDO di Olga Chieffi
  • T&C
  • Privacy Policy
Recensioni, musica, teatro, arte, danza, fotografia e spettacolo a cura di Olga Chieffi

Inserisci la chiave di ricerca e premi invio.

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok