I Maestri Carmine Santaniello, Claudio Ciampa, Vincenzo Cammarano e Pasquale Aiezza rincontreranno tra le note questa sera, alle ore 19, i loro colleghi musicisti nell’auditorium Giovanni Paolo II di Vitulazio. Suoni incantati quelli dei due strumentisti incantati che l’Orchestra di fiati “Amici di Giovanni” dovranno rievocare attraverso brani che spazieranno da Bellini e Nikolaj Rimskij-Korsakov a Morricone e de Haan
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Di Olga Chieffi
 Quanto è difficile ricordare due solisti e didatti quali sono stati Giovanni Aiezza e Salvatore Natale? Il primo maestro, trombonista, ma direi polistrumentista che sapeva passare da tutti gli ottoni e corni al sassofono, il secondo eccelso clarinettista, suono di velluto, tante volte ascoltato elevarsi sulla sezione legni del teatro Verdi di Salerno, entrambi nella formazione del teatro San Carlo, entrambi docenti di generazioni di strumentisti. Si riuniranno i maestri direttori con cui entrambi hanno collaborato Carmine Santaniello trombettista e giĂ direttore del San Pietro a Majella, Claudio Ciampa, direttore d’orchestra e alla guida del conservatorio Nicola Sala di Benevento, Vincenzo Cammarano, direttore d’orchestra e giĂ docente del Conservatorio G.Martucci di Salerno e Pasquale Aiezza trombettista e direttore d’orchestra, alternandosi questa sera alle ore 19, i loro colleghi musicisti nell’auditorium Giovanni Paolo II di Vitulazio, alla testa dell’Orchestra di Fiati “Amici di Giovanni”, nel terzo concerto in memoria dell’indimenticato Giovanni Aiezza. La serata principierĂ con “Tripudio a Giovanni”, di Antonio Cozza un omaggio al suo primo maestro, una marcia sinfonica, spiega lo stesso compositore, che riporta in musica alcuni aspetti del suo carattere e della sua caratura professionale: determinato, integerrimo, socievole e gioioso, ma al tempo stesso austero quando imbracciava lo strumento o discuteva di musica. A seguire Pasquale Aiezza dirigerà “Ross Roy”, la villa ottocentesca di Brisbane alla quale è dedicata composizione di Jacob de Haan, in cui si legge una metafora dei suoi anni trascorsi a scuola, in cui si è formata la propria personalitĂ , proprio attraverso il tempo di marcia iniziale, interpretato e variato in modo da evocare la disciplina, le diverse culture attraverso le scale orientali, il gioco e l’umorismo, l’orgoglio e la fiducia in se stessi, nella declinazione in maggiore, e ancora l’amicizia, il cameratismo, fino all’apoteosi finale. Altra perla, in programma, affidato alla bacchetta di Vincenzo Cammarano, il poema sinfonico “Il Verde Liri” di Francesco Marchesiello composto nel periodo bellico Ottobre – Maggio 1944, quando l’autore – sfollato con la famiglia sulle montagne della Ciociaria, nelle immediate ed infuocate retrovie del fronte di Cassino. Nella partitura vengono evocati in maniera suggestiva tutti gli effetti spettacolari del corso d’acqua, caratterizzata da momenti lenti, malinconici e struggenti che si trasformano, quasi subito, in travolgenti e impetuosi, tanto da trasmettere una grande energia vitale che pervade tutto il poema. Claudio Ciampa, invece, esordirĂ con la Sinfonia da Norma di Vincenzo Bellini: a quel tempo, la musica aveva svegliato il popolo e la musica era stata svegliata dal popolo. Ecco allora la pagina avanti l’opera, racchiudente quel “Guerra!Guerra! le galliche selve quante han querce producon guerrier…” il grido che i Galli insieme a Norma urlano contro i Romani oppressori, titolo che nel 1859 fu cancellata a Milano, poichĂ© il popolo si unì a quell’urlo. La prima parte della serata sarĂ chiusa da Carmine Santaniello, con il “Corteo dei nobili”, da “Mlada” di Nikolaj Rimskij-Korsakov, un’opĂ©ra-ballet che attinge alla mitologia russa: in un immaginario fantasioso sono coinvolti magia, spiriti maligni e viaggi negli inferi, che presenta vivaci fanfare di ottoni sostenute dalle imponenti percussioni. La seconda parte della serata verrĂ inaugurata da Pasquale Aiezza, il quale alla testa dell’orchestra eseguirà  “African Symphony” di Van McCoy, una pagina che nasce quale brillante arrangiamento per brass, evocante quel “Mal d’Africa” che attanaglia un po’ tutti gli artisti che s’immergono nei ritmi, profumi, colori ed emozioni di quella natura selvaggia e incontaminata del continente nero. A seguire “Concerto d’Amore” di Jacob De Haan, datato 2007, che passa in rassegna tre temi, con caratteristiche evocanti la musica barocca, pop e jazz, che verrĂ diretta da Carmine Santaniello, con la maestosa introduzione, dagli accenti barocchi, accompagna ad un passaggio vivo ed energico scritto nello stile della musica pop, seguito dall’adagio che sviluppa un passaggio dalle inflessioni swing. Il brano si conclude con la ripresa del motivo del tempo lento, la cui forma variata offre una conclusione coinvolgente e strappapplausi. Si passerĂ , quindi, per una pagina di originale scrittura “In the valley” composta da Giuseppe Carannante, dalla fresca invenzione sia melodica che ritmica, affidata all’interpretazione di Pasquale Aiezza. Claudio Ciampa si cimenterĂ , poi, con le bighe, uno dei temi piĂą famosi di Miklos Rozsa, per la colonna sonora del film Ben Hur di William Wyler del 1959. Si tratta della sfilata degli aurighi, introdotta da una fanfara di ottoni di apertura, cui segue un tempo di marcia che lo stesso autore cita anche in un’altra colonna sonora del film “Quo Vadis” del 1949. Ed ecco l’immancabile Ennio Morricone, stavolta de’ “Il Buono, il Bello, il Cattivo”, l’estasi dell’ Oro, affidato a Carmine Santaniello, in cui il compositore si pone alla ricerca incessante ricerca del suono puro, che costituisce la costante morriconiana per eccellenza, quasi fosse essa stessa pedale, bordone, soggiacente l’azione e la vita dell’artista, trait’ d’union delle sue formule espressive e delle sue necessitĂ , dall’attenzione all’orchestrazione, raffinatissimo apparato idiomatico-linguistico, alla libera esplorazione di generi e soluzioni musicali apparentemente in contrasto. Finale con un omaggio a Domenico Modugno di Giancarlo Gazzani, diretto da Pasquale Aiezza, quattro delle canzoni del grande autore: “Nel blu dipinto di blu”, “Tu si’ ‘na cosa grande”, “Resta cu’mme” e “Ciao, ciao, bambina”, in un accattivante latin sound, per due musicisti che ci hanno insegnato a volare sulle ali del loro inconfondibile suono.
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