Nella chiesa di San Giorgio, alle ore 19,30 ancora uno step della maratona mozartiana indetta dalla Associazione Alessandro Scarlatti in collaborazione con il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno
di OLGA CHIEFFI
Tutto pronto per il penultimo appuntamento con la maratona mozartiana di San Giorgio per l’ esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica da camera di Wolfgang Amadeus Mozart, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti, in collaborazione con il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Dopo la performance di Gianluca Buonocore e Maria Grazia Cacciottolo in prima serata, intorno alle 19,30 ci sarà un secondo set che saluterà l’esibizione di Giovanna Basile, appartenente al magistero di Tiziana Silvestri. La pianista proporrà due sonate di Mozart, la n°8 in La minore K310 e la n°9 in Re maggiore K311. La Sonata K 310 è stata composta a Parigi nella primavera del 1778, subito dopo la morte della madre di Mozart. È la sua prima Sonata per pianoforte in tonalità minore e disvela una sconvolgente potenza drammatica sin dall’incipit, con un aspro accompagnamento di accordi ribattuti che creano dure dissonanze con le appoggiature della mano destra. L’alternanza pieni-vuoti svolge anche un ruolo drammaturgico, in cui l’accompagnamento in crome lascia il posto a sospiri “interrogativi” alternati a pause. I più aspri contrasti sopraggiungono nello sviluppo, in cui compaiono indicazioni di fortissimo e pianissimo, a conferma della volontà di Mozart di andare al limite delle possibilità dinamiche del pianoforte. La “realtà” fa irruzione nella parte centrale, in cui ritroviamo le dissonanze del primo movimento. Il terzo movimento ha carattere fatalistico, basato su un incessante moto di crome. Il senso di instabilità, quasi di panico, è dato dalla scrittura della mano sinistra, che è spesso priva di appoggi sul battere. Anche qui troviamo bruschi contrasti dinamici e sbalzi di registro, fino alla perentoria, drammatica conclusione. La Sonata K 311 in re maggiore, scritta nell’autunno del 1777, si apre con una originale alternanza tra due elementi tematici contrastanti. Il clima è qui generalmente spensierato, ma non mancano momentanei turbamenti, espressi con le frequenti e sempre variate appoggiature cromatiche ascendenti o discendenti, che abbondano soprattutto nel secondo tema. L’esposizione ha una Coda in piano, elemento nuovo, quasi un commento a latere. Questo diventa protagonista nello sviluppo, in cui assume connotati molto più drammatici. La ripresa avviene inaspettatamente tramite cadenze sospensive, eludendo l’incipit del primo tema, che però ricomparirà nella parte finale del movimento. Il secondo movimento è un Andante con espressione in sol maggiore. La scrittura armonicamente piana, caratterizzata da frequenti pedali armonici, contrasta con gli improvvisi accordi staccati. Segue un virtuosistico Rondò, in cui la scrittura spesso allude all’orchestra, come nei tremoli che concludono brillantemente la Sonata. A seguire si esibirà il duo composto da Luisa Donisi e Ylenia Taurisano, preparato ugualmente da Tiziana Silvestri, che principierà la sua performance con la Sonata in do maggiore K19d Con quanto amore Mozart studiasse le musiche per clavicembalo di J.Ch.Bach lo dimostra l’impostazione di questa sonata, il debutto del genio di Salisburgo in questo genere che Bach aveva introdotto nella letteratura pianistica e trasmesso al suo piccolo amico. Il primo è un tipico movimento in forma sonata, segue un minuetto, mentre il terzo tempo reca l’iscrizione Rondeau, Allegretto; si tratta infatti di un rondò, in cui il tema viene subito esposto dal primo con accompagnamento del secondo. Vari poi i temi secondari che si inseriscono fra le ripetizioni del principale, in cui la scrittura acquista inventiva e sicurezza, in un bimbo di soli 9 anni. Finale di serata con la sonata in Do maggiore K521 che rientra a pieno titolo nella mescolanza d’intenti culturali e musicali del tempo, e in cui abbiamo sia la presenza della scrittura dialogata, quindi l’alternarsi di frasi melodiche o virtuosistiche tra i due esecutori, sia la ricerca applicata a quella che è la forma più importante della seconda metà del XVIII secolo: la Forma-Sonata.