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Un cartellone lirico nel segno del cavallo

  • Febbraio 18, 2025
  • Olga Chieffi
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Cavalli bulgari per l’apertura del teatro Verdi di Salerno l’11 aprile con un pacchetto speciale del re di Sofia, Plamen Kartalov, che porta in città coro, orchestra e solisti, a seguire, dal 25 aprile, Norma, con le nostre masse strumentali e corali con Gilda Fiume quale protagonista, mentre Daniel Oren salirà sul podio solo per il Rigoletto, a fine maggio. Si riprende ad ottobre con il Conservatorio Martucci che rappresenterà Il Cappello di Paglia di Firenze di Nino Rota, con la regia di Riccardo Canessa e, in crescendo, verso la fine dell’anno, ritorna Carmen per i 150 anni dalla nascita di Georges Bizet e chiusura con Nabucco, partitura nella bacchetta e nel cuore del nostro direttore artistico

 “Hojotoho! Hojotoho! Heiaha! Heiaha!”. Così principierà la nuova stagione lirica del teatro Verdi di Salerno, l’11 aprile alle ore 18,  con Die Walküre di Richard Wagner, con replica in pomeridiana il 13 e levata di sipario alle ore 16, per un’opera che, sappiamo bene, ha la durata di circa cinque ore. La sorpresa non è certo la rappresentazione di un titolo wagneriano di grande levatura, il secondo dramma del Ring, certamente il più comunicativo dei quattro, ma che venga proposto ad un uditorio che quasi diserta il botteghino del cartellone sinfonico e per il quale si è dubbiosi nel prospettare titoli poco “conosciuti” quali Die Fledermaus  di Johann Strauss jr., del quale pur ricorre il bicentenario della nascita o Der Rosenkavalier dell’ altro Strauss, Richard, oppure certa opera francese, da Samson et Dalila di Camille Saint-Saens, alla Manon di Massenet, dopo tanto Puccini. Non saranno però le nostre masse orchestrali e corali ad inaugurare il nuovo cartellone e ad eseguire l’opera, ma il re di Sofia, Plamen Kartalov, che abbiamo avuto già ospite regista per la Bohéme della “bugia”, e che, stavolta, sbarca a Salerno con l’intero suo teatro, solisti, coro e orchestra, diretti da Velizar Genchev. Cavalli bulgari in terra di destrieri campioni, i salernitani, coronati dell’alloro d’Olimpia con i D’Inzeo, che cederanno il passo al Pollione a cavallo che vuol andare a rapire Adalgisa al tempio d’Irminsul. Sarà il 25 aprile la nostra effettiva inaugurazione, con la Filarmonica Salernitana in buca, Gilda Fiume nel ruolo del titolo, la regia di Sarah Schinasi, dopo la bella prova nell’Italiana in Algeri dello scorso anno, ma non ancora Daniel Oren sul podio, che sarà nel suo teatro solo a fine maggio per dirigere Rigoletto. Per restare in tema di cavalli, non possiamo dimenticare Rigoletto VI sotto la sella di Mauro Roman ai Campionati Mondiali di Roma 1998 in dressage, come anche la kur di Isabel Werth con il suo bell’ Emilio, omaggiare l’opera verdiana eseguendo figure spaziali sulle note de’ La Donna è Mobile e il nostro Rigoletto della Florida, unitamente al famoso Rigoletto, montato da Alwin Schockemöhle, poi riproduttore campione. Cavalli protagonisti nella ripresa autunnale, che vedrà in ottobre il Conservatorio “G.Martucci” di Fulvio Artiano, proporsi al pubblico salernitano con “Il cappello di paglia di Firenze” di Nino Rota, in cui tutto nasce da un impenitente cavallo che mangia le falde del cappello di una dama. Riccardo Canessa, in regia, tra l’altro amico del grande cavaliere colombiano Andres Penalosa, già sulle tracce dei cappelli di famiglia, firmati da Madame Canessa e sul podio, con buone probabilità il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, appassionato cavaliere. In novembre saranno i lusitani con i picadores della cuadrilla di Escamillo, a fare il loro ingresso nella plaza del Verdi, con tanto di banda, timbales e clarines, per aprire il paseillo. Torna Carmen di Georges Bizet, per celebrare il 150° anniversario della sua nascita, un titolo amatissimo, un’opera vitale in ogni battuta simbolo della sensualità, della spregiudicatezza di una donna che, non rimanendo all’interno dei propri restrittivi limiti sociali, va incontro alla morte. Finale di stagione, in dicembre, con Nabucco, opera d’elezione di Daniel Oren. “Ecco il rege! sul destriero/verso il tempio s’incammina,/come turbine che nero/ tragge ovunque la ruina” è Nabucco che irrompe a cavallo nel tempio ebraico con i suoi guerrieri babilonesi, sul finale di Gerusalemme. Una stagione, firmata da Daniel Oren, Antonio Marzullo e Rosalba Loiudice per il progetto educational, che promette buona musica e alla quale verranno affiancati titoli di balletto e un cartellone concertistico. ( in foto Mauro Roman su Rigoletto VI)

 

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